Incontri e riflessioni

Contro l’illegalità con la legalità

Scritto da E. T. Membro del presidio Libera - Portogruaro il 05 Settembre 2010.

Incontro con Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo

‹‹Sarebbe bastato un passo. Queste parole ha detto il medico ai miei familiari dopo aver eseguito l’autopsia sul corpo di mio cugino››.  Così Rosario Esposito La Rossa ha aperto il suo intervento che si è tenuto venerdì 30 luglio 2010 alle 20.30 presso il Parco della Legalità a Fossalta di Portogruaro.
Rosario è un ragazzo di ventidue anni che vive nel quartiere di Scampia, a Napoli. Quartiere grande quanto una provincia italiana, ormai famoso per aver conseguito  il primato di maggior mercato della droga d’Europa, che si perde tra palazzoni grigi dove la gente soffoca e una ragnatela di strade.
Rosario è un familiare di vittima di mafia. Il 6 novembre 2004, infatti, nel corso di una sparatoria tra i boss di Secondigliano e il clan degli “scissionisti”, per il possesso del territorio, perde la vita Antonio Landieri, venticinque anni, cugino di Rosario, a lui legato da  affetto fraterno. Dopo aver effettuato i rilievi sul luogo della tragedia, la polizia sostiene che Antonio sia il figlio di un boss, perché, sulle scale del palazzo dove viveva anche Antonio, viene rilevato del sangue che, secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbe appartenuto al ragazzo, ferito fuggendo dai componenti della famiglia rivale. Così ad Antonio vengono concesse solo esequie strettamente private (hanno potuto partecipare alla cerimonia solo i famigliari con il suo stesso cognome, dunque Rosario è escluso), come si confà al figlio di un mafioso, e si decide che non abbia diritto ad una degna sepoltura.

A rincarare la dose ci pensano i giornali, che infangano il nome della famiglia e della vittima. Questa, però, è cosa risaputa, poiché la stampa è una vera artista nell’innalzare gli uomini al rango di eroi oppure nel farli sprofondare nella melma. “Antonio, dopo l’autopsia, per anni, ha riposato (si fa per dire) con i giornali che parlavano male di lui appallottolati nel suo corpo”, ha proseguito Rosario.
C’è un particolare che nessuno ha mai considerato: Antonio era spastico grave e dunque non avrebbe potuto scappare.
Ecco allora il senso della frase in apertura dell’articolo: se Antonio avesse potuto fare anche solo un passo, si sarebbe salvato. Purtroppo quel passo Antonio non l’ha fatto e quel giorno non c’era nessuno a farlo con lui e per lui. È stato ucciso per errore e, per giunta, da un proiettile di rimbalzo. Le tracce di sangue erano di un amico. Questo riveleranno in seguito gli studi balistici. “Dalle ceneri di questa tragedia é nata la nostra riscossa” ha affermato Maddalena.
I due ragazzi, Rosario e Maddalena, sono a capo di una casa editrice, la “Marotta e Cafiero editori” e hanno fondato un’associazione, “Vo. di Sca.” ovvero “Voci di Scampia”, che opera da qualche anno nel quartiere, con l’obiettivo di lottare contro la camorra attraverso la passione per il teatro e la scrittura. Che cosa c’è “al di là della neve” (questo è il titolo del primo libro di Rosario)? Che cosa c’è oltre quella polvere bianca che obnubila le menti e i cuori? C’è un amore viscerale per la propria terra e una pura e profonda voglia di riscatto contro una vita che, a conclusione degli studi, propone solo due vie: o l’emigrazione al nord oppure l’entrata nel vizioso circolo dell’illegalità.
‹‹Per lottare contro l’illegalità - dichiarano Rosario e Maddalena - occorre partire (o meglio ripartire) dal dialogo tra cittadini e istituzioni, le quali, spesso, senza ascoltare le vere esigenze dei primi, fanno grandi promesse a lungo termine con risultati che spesso non corrispondono a ciò che la cittadinanza richiede››. Ad esempio, la piazza, richiesta dai giovani al comune di Napoli come punto di aggregazione, e ottenuta dopo anni, consiste in uno spiazzo di cemento sprovvisto di alberi e panchine e, per questo, non frequentato dai ragazzi, i quali preferiscono di gran lunga la strada. L’emigrazione, poi, non rappresenta la soluzione al problema, poiché essa toglie un potenziale positivo rappresentato sia dai giovani sia dagli adulti che dimorano nel territorio e perciò lo conoscono meglio di chiunque altro. È indispensabile allora lottare ogni giorno, sia in modo tacito, sia manifesto, con la consapevolezza che, per dirla con le parole del filosofo Edmund Burke: “Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare troppo poco”.

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